Pittura
La cultura proletaria non appare ad un tratto, sbucata da chissà quale parte; non è un'invenzione di coloro che se ne dicono specialisti. Tutto ciò è completamente assurdo. La cultura proletaria deve consistere nello sviluppo sistematico di tutto il sapere che fu elaborato dall'umanità sotto il giogo della società dei capitalisti, della società dei proprietari fondiari, della società dei burocrati"
Lenin, I compiti delle associazioni giovanili.
Lenin, I compiti delle associazioni giovanili.
El Lissitsky
È considerato fra gli artisti più influenti dei primi decenni del XX secolo.
Poliedrico, con il suo estro intrecciò in un linguaggio assolutamente innovativo, riconoscibile e coerente, arte e design, artigianato e architettura, Oriente e Occidente, tradizioni e culture tra loro apparentemente inconciliabili. Il suo costante processo evolutivo, attraverso i molteplici codici e registri espressivi di cui egli si avvalse per costruire una nuova arte, collettiva e rivoluzionaria. Dipinti, progetti tipografici, illustrazioni di libri e riviste, studi architettonici, fotografie, fotomontaggi e fotogrammi, poster propagandistici, locandine di film, design, in tutti questi campi ha spaziato la sua arte.
Fin dal 1919 El Lissitzky si impone sulla effervescente scena artistica della Russia sovietica. Uno dei suoi tratti caratteristici, la concezione di un’originale forma di arte astratta, che caratterizzerà in seguito tutta la sua produzione, figura nelle opere che denominerà Proun (Progetto per l’affermazione del nuovo), concepite come “stazioni di transito dalla pittura all’architettura”. I Proun evolvono progressivamente in veri e propri progetti architettonici (per lo più destinati a non essere attuati).
Insieme a Kazimir Malevich concepisce, un nuovo linguaggio visivo: il suprematismo rivoluzionario, i cui presupposti di poetica e di stile vengono attuati nell’ambito della pittura, dell’architettura e della scenografia, ma anche nella ceramica, nella didattica e nelle opere legate alla propaganda politica. L’arte, infatti, secondo i principi suprematisti, deve tendere alla concretizzazione di attività collettive e sociali e deve quindi essere intrinsecamente pubblica e politica.
Il lavoro di El Lissitzky promuove così una concezione dell’arte in cui, come nei costruttivisti russi, l’energia creativa viene indirizzata alla costruzione di una nuova struttura sociale di cui il nuovo artista (al contempo pittore, architetto, ingegnere, designer, grafico) costituisce un fattore significativo.
Particolarmente memorabili le illustrazioni dell’opera “Per la voce” di Vladimir Majakovskij e le copertine per le edizioni delle opere di Lev Tolstoj, Anton Cechov e Maxim Gorky.
I progetti architettonici, i Proun, le elaborazioni grafiche e tipografiche, gli allestimenti di mostre scaturiscono sempre, in El Lissitzky da convinzioni politiche che traducono l’anelito verso un’arte che sia autentica “esperienza della totalità”.
Poliedrico, con il suo estro intrecciò in un linguaggio assolutamente innovativo, riconoscibile e coerente, arte e design, artigianato e architettura, Oriente e Occidente, tradizioni e culture tra loro apparentemente inconciliabili. Il suo costante processo evolutivo, attraverso i molteplici codici e registri espressivi di cui egli si avvalse per costruire una nuova arte, collettiva e rivoluzionaria. Dipinti, progetti tipografici, illustrazioni di libri e riviste, studi architettonici, fotografie, fotomontaggi e fotogrammi, poster propagandistici, locandine di film, design, in tutti questi campi ha spaziato la sua arte.
Fin dal 1919 El Lissitzky si impone sulla effervescente scena artistica della Russia sovietica. Uno dei suoi tratti caratteristici, la concezione di un’originale forma di arte astratta, che caratterizzerà in seguito tutta la sua produzione, figura nelle opere che denominerà Proun (Progetto per l’affermazione del nuovo), concepite come “stazioni di transito dalla pittura all’architettura”. I Proun evolvono progressivamente in veri e propri progetti architettonici (per lo più destinati a non essere attuati).
Insieme a Kazimir Malevich concepisce, un nuovo linguaggio visivo: il suprematismo rivoluzionario, i cui presupposti di poetica e di stile vengono attuati nell’ambito della pittura, dell’architettura e della scenografia, ma anche nella ceramica, nella didattica e nelle opere legate alla propaganda politica. L’arte, infatti, secondo i principi suprematisti, deve tendere alla concretizzazione di attività collettive e sociali e deve quindi essere intrinsecamente pubblica e politica.
Il lavoro di El Lissitzky promuove così una concezione dell’arte in cui, come nei costruttivisti russi, l’energia creativa viene indirizzata alla costruzione di una nuova struttura sociale di cui il nuovo artista (al contempo pittore, architetto, ingegnere, designer, grafico) costituisce un fattore significativo.
Particolarmente memorabili le illustrazioni dell’opera “Per la voce” di Vladimir Majakovskij e le copertine per le edizioni delle opere di Lev Tolstoj, Anton Cechov e Maxim Gorky.
I progetti architettonici, i Proun, le elaborazioni grafiche e tipografiche, gli allestimenti di mostre scaturiscono sempre, in El Lissitzky da convinzioni politiche che traducono l’anelito verso un’arte che sia autentica “esperienza della totalità”.
Isaak Brodsky
Isaac Brodsky, figlio di Yisrael Brodsky, un commerciante ebreo, nacque nel villaggio di Sofiyivka vicino a Berdyansk il 6 gennaio 1884. Studiò all'Accademia d'Arte di Odessa e all'Accademia Imperiale delle Arti di San Pietroburgo.
Nel 1916 entrò a far parte della Jewish Society for the Encouragement of the Arts e fu profondamente influenzato dal lavoro di Ilya Repin.
All'alba della Rivoluzione d'Ottobre, Brodskij divenne cofondatore dell'Associazione degli artisti della Russia rivoluzionaria nel 1922, dove emerse come uno dei più importanti esponenti del Realismo socialista, un movimento che lasciò un segno duraturo sulla scena artistica. L'opera più nota di Brodskij, "V.I. Lenin a Smolny" (1930), si distingue come una singolare rappresentazione postuma di Lenin. Invece di ricorrere alla pratica allora comune dell'idealizzazione o dell'eroizzazione, Brodski mirava a un ritratto più umano del leader rivoluzionario.
Un'altra opera notevole di Brodski è "Lenin si rivolge agli operai di Mosca il 5 maggio 1920" (1933) ha prodotto diversi dipinti dedicati agli eventi della rivoluzione russa e della guerra civile russa. Brodsky era un convinto sostenitore dei bolscevichi e dipinse ritratti di Lenin, Stalin e Ordzhonikidze.
Nel 1934 fu nominato direttore dell'Accademia delle arti russa. I suoi allievi includevano i famosi pittori sovietici Piotr Belousov, Nikolai Timkov, Alexander Laktionov, Vasily Surikov, Yuri Neprintsev, Piotr Vasiliev e Mikhail Kozell.
I premi ricevuti da Brodskij per il suo lavoro non fanno che sottolineare la sua importanza e la sua influenza. È stato il primo artista a ricevere il prestigioso Ordine di Lenin
Isaac Brodsky morì il 14 agosto 1939. Era un appassionato collezionista d'arte e dopo la sua morte il suo appartamento in Arts Square a San Pietroburgo fu dichiarato museo nazionale.
Nel 1916 entrò a far parte della Jewish Society for the Encouragement of the Arts e fu profondamente influenzato dal lavoro di Ilya Repin.
All'alba della Rivoluzione d'Ottobre, Brodskij divenne cofondatore dell'Associazione degli artisti della Russia rivoluzionaria nel 1922, dove emerse come uno dei più importanti esponenti del Realismo socialista, un movimento che lasciò un segno duraturo sulla scena artistica. L'opera più nota di Brodskij, "V.I. Lenin a Smolny" (1930), si distingue come una singolare rappresentazione postuma di Lenin. Invece di ricorrere alla pratica allora comune dell'idealizzazione o dell'eroizzazione, Brodski mirava a un ritratto più umano del leader rivoluzionario.
Un'altra opera notevole di Brodski è "Lenin si rivolge agli operai di Mosca il 5 maggio 1920" (1933) ha prodotto diversi dipinti dedicati agli eventi della rivoluzione russa e della guerra civile russa. Brodsky era un convinto sostenitore dei bolscevichi e dipinse ritratti di Lenin, Stalin e Ordzhonikidze.
Nel 1934 fu nominato direttore dell'Accademia delle arti russa. I suoi allievi includevano i famosi pittori sovietici Piotr Belousov, Nikolai Timkov, Alexander Laktionov, Vasily Surikov, Yuri Neprintsev, Piotr Vasiliev e Mikhail Kozell.
I premi ricevuti da Brodskij per il suo lavoro non fanno che sottolineare la sua importanza e la sua influenza. È stato il primo artista a ricevere il prestigioso Ordine di Lenin
Isaac Brodsky morì il 14 agosto 1939. Era un appassionato collezionista d'arte e dopo la sua morte il suo appartamento in Arts Square a San Pietroburgo fu dichiarato museo nazionale.
Aleksandr Deyneka
Figura unica della cultura russa del XX secolo, che ha svolto un ruolo attivo in momenti in cui questa cultura stava attraversando grandi cambiamenti, Alexander Deineka ha sperimentato il modernismo nei suoi anni giovanili, prima di diventare in seguito una delle pietre miliari del realismo socialista.
In termini di stile, Deineka ha vissuto almeno tre trasformazioni: negli anni Venti, negli anni Trenta e negli anni Quaranta-Sessanta. La realtà sociale ha dettato per lui (come per altri) le sue regole, ma egli è stato probabilmente l'unico artista ad aver operato cambiamenti così radicali nel suo lavoro. Fin dagli esordi Deineka si presenta come un rappresentante dell'avanguardia radicale. La sua pittura, infatti, appare orientata verso il linguaggio delle masse, con la trattazione di tematiche spiccatamente contemporanee.
Artista poliedrico, si è impegnato anche nei disegni dei mosaici di alcune fermate della metropolitana di Mosca, nonché in diverse sculture prevalentemente di stampo sportivo.
In termini di stile, Deineka ha vissuto almeno tre trasformazioni: negli anni Venti, negli anni Trenta e negli anni Quaranta-Sessanta. La realtà sociale ha dettato per lui (come per altri) le sue regole, ma egli è stato probabilmente l'unico artista ad aver operato cambiamenti così radicali nel suo lavoro. Fin dagli esordi Deineka si presenta come un rappresentante dell'avanguardia radicale. La sua pittura, infatti, appare orientata verso il linguaggio delle masse, con la trattazione di tematiche spiccatamente contemporanee.
Artista poliedrico, si è impegnato anche nei disegni dei mosaici di alcune fermate della metropolitana di Mosca, nonché in diverse sculture prevalentemente di stampo sportivo.
Vladimir Tatlin
Tatlin è stato un artista completo, dedito sia alla pittura, che alla scultura e all'architettura, nonché alla musica folkloristica, motivato dai suoi continui viaggi in Turchia, in Grecia e sulle coste dell'Africa del Nord, per il suo lavoro di marinaio.
Fu una delle maggiori personalità dell'avanguardia russa, assertore di un'arte funzionale, sul presupposto della sintesi tra arte e tecnologia. Formatosi a Mosca, tra il 1911 e il 1912 partecipò alle mostre di avanguardia, fu in contatto con M. F. Larionov, N. Gončarova, C. Malevič ecc. Fondamentali per la sua formazione furono tanto la lezione dell'opera di P. Cézanne, quanto la conoscenza, durante un soggiorno a Parigi (1913), del cubismo e particolarmente di P. Picasso.
Il suo incontro con Pablo Picasso avvenuto a Parigi lo influenzò nella tecnica di scomposizione degli oggetti su piani diversi, fino ad ottenere forme geometriche perfette.
Nel 1919 Tatlin progettò il celebre monumento alla Terza Internazionale (esposto nel 1920 ma mai realizzato), sorta di spirale di ferro alta 400 m, che avvolgeva una struttura in movimento composta da due cilindri e una piramide di vetro rotanti a velocità diverse, sintesi di funzionalità ed espressività simbolica.
Nel 1920 Tatlin intraprese un'altra impresa mitica: quella di dare all'uomo moderno, e a quello del futuro, ali per volare.
Convinto che il genere umano discendesse dagli uccelli, e che l'uomo dei primordi sapesse volare, cercò di riappropriarsi di questa esperienza creando Letatlin, sorta di grande organismo vertebrato idealmente destinato a decollare; leggero, elastico, armonioso, fatto di ossa di balena e ricoperto di seta, Letatlin – un neologismo che coniuga letat, volare, e il nome dell'autore – sintetizzava in sé arte, tecnologia e utopia e costituiva un'estensione delle sperimentazioni di Tatlin sulle proprietà dei materiali e sui limiti della scultura. Naturalmente non volò mai, «almeno non in senso letterale», sottolinea Boym. Ma rappresenta ancora oggi un esercizio di meraviglia e di leggiadrìa e un inno al sogno, al desiderio, alla libertà. Come della Tatlin Tower, ne restano alcune testimonianze fotografiche e poco altro.
Nel 1923 pubblicò una commedia "Zangezi" basata sul lavoro di Velimir Khlebnikov, in cui si esibì anche come scenografo e lettore.
Nel 1925, Vladimir Tatlin ottenne il titolo di professore, l'artista insegnò al Kiev Art Institute, nel 1927-1930 - a Vhutemas, ricevette il titolo di Artista Onorato della RSFSR.
Si dedicò alla scenografia, allestendo dal 1934 al 1954 circa ottanta opere teatrali.
Fu una delle maggiori personalità dell'avanguardia russa, assertore di un'arte funzionale, sul presupposto della sintesi tra arte e tecnologia. Formatosi a Mosca, tra il 1911 e il 1912 partecipò alle mostre di avanguardia, fu in contatto con M. F. Larionov, N. Gončarova, C. Malevič ecc. Fondamentali per la sua formazione furono tanto la lezione dell'opera di P. Cézanne, quanto la conoscenza, durante un soggiorno a Parigi (1913), del cubismo e particolarmente di P. Picasso.
Il suo incontro con Pablo Picasso avvenuto a Parigi lo influenzò nella tecnica di scomposizione degli oggetti su piani diversi, fino ad ottenere forme geometriche perfette.
Nel 1919 Tatlin progettò il celebre monumento alla Terza Internazionale (esposto nel 1920 ma mai realizzato), sorta di spirale di ferro alta 400 m, che avvolgeva una struttura in movimento composta da due cilindri e una piramide di vetro rotanti a velocità diverse, sintesi di funzionalità ed espressività simbolica.
Nel 1920 Tatlin intraprese un'altra impresa mitica: quella di dare all'uomo moderno, e a quello del futuro, ali per volare.
Convinto che il genere umano discendesse dagli uccelli, e che l'uomo dei primordi sapesse volare, cercò di riappropriarsi di questa esperienza creando Letatlin, sorta di grande organismo vertebrato idealmente destinato a decollare; leggero, elastico, armonioso, fatto di ossa di balena e ricoperto di seta, Letatlin – un neologismo che coniuga letat, volare, e il nome dell'autore – sintetizzava in sé arte, tecnologia e utopia e costituiva un'estensione delle sperimentazioni di Tatlin sulle proprietà dei materiali e sui limiti della scultura. Naturalmente non volò mai, «almeno non in senso letterale», sottolinea Boym. Ma rappresenta ancora oggi un esercizio di meraviglia e di leggiadrìa e un inno al sogno, al desiderio, alla libertà. Come della Tatlin Tower, ne restano alcune testimonianze fotografiche e poco altro.
Nel 1923 pubblicò una commedia "Zangezi" basata sul lavoro di Velimir Khlebnikov, in cui si esibì anche come scenografo e lettore.
Nel 1925, Vladimir Tatlin ottenne il titolo di professore, l'artista insegnò al Kiev Art Institute, nel 1927-1930 - a Vhutemas, ricevette il titolo di Artista Onorato della RSFSR.
Si dedicò alla scenografia, allestendo dal 1934 al 1954 circa ottanta opere teatrali.
Boris Kustodiev
Repin scrisse di lui: "Ho grandi speranze per Kustodiev. È un artista di talento ed un uomo serio e riflessivo, con un profondo amore per l'arte; sta eseguendo un attento studio della natura...".
La rivoluzione russa del 1905, che scosse le basi della società, stimolò una pronta risposta nell'animo dell'artista. Egli collaborò con le riviste satiriche Župel (Lo spauracchio) e Adskaja Počta (La posta dell'inferno). All'epoca, incontrò per la prima volta gli artisti del gruppo Mir iskusstva (Il mondo dell'arte), composto da artisti russi innovatori. Si unì alla loro associazione nel 1910 ed in seguito partecipò a tutte le loro esposizioni. Quando un vecchio amico, Ivan Bilibin, invitò l'artista a entrare nella redazione della rivista satirica "Zhupel", egli accettò con entusiasmo. Il soggetto che scelse per il suo primo disegno, “Iscrizione”, è stata la repressione della rivolta su Krasnaya Presnya. La rivista fu presto chiusa, Bilibin fu arrestato. Tuttavia, la rivista "Zhupel" venne seguita dalla rivista "Adskaya Pochta", in cui Boris Kustodiev si distinse per le caricature del conte Ignatiev, il procuratore capo Sinodo Pobedonostsev e molti soggetti del dipinto di Repin "Seduta cerimoniale del Consiglio di Stato". "Adskaya Pochta" subì il destino di "Zhupel": la circolazione venne proibita e la rivista chiusa.
Per quanto riguarda Kustodiev, il governo zarista chiuse un occhio sui suoi "scherzi dell'opposizione": il suo talento era troppo ovvio e prezioso.
La sua malattia, comparsa per la prima volta nel 1907, stava progredendo. Da quando i medici diagnosticarono il tumore al canale spinale, le operazioni si susseguirono una dopo l'altra, ma portarono solo un sollievo temporaneo. Durante uno di questi, divenne chiaro che era necessario tagliare i nervi e scegliere cosa tenere: la mobilità delle gambe o delle braccia. Scrisse: "Ora tutto il mio mondo è la mia stanza".
Nei primi anni successivi alla Rivoluzione del 1917, l'artista lavorò con grande ispirazione in diversi campi. Temi contemporanei divennero la base dei suoi lavori, che erano usati per calendari e copertine di libri, e negli schizzi ed illustrazioni per le decorazioni stradali. Le sue copertine delle riviste "Il campo di grano rosso" e "Panorama rosso" attirarono l'attenzione grazie ai soggetti vividi e chiari. Kustodiev lavorò anche nella litografia, illustrando i lavori di Nekrasov.
Nel 1927, il governo sovietico stanziò denaro per delle cure in Germania, ma Kustodiev morì pochi giorni prima del viaggio.
La rivoluzione russa del 1905, che scosse le basi della società, stimolò una pronta risposta nell'animo dell'artista. Egli collaborò con le riviste satiriche Župel (Lo spauracchio) e Adskaja Počta (La posta dell'inferno). All'epoca, incontrò per la prima volta gli artisti del gruppo Mir iskusstva (Il mondo dell'arte), composto da artisti russi innovatori. Si unì alla loro associazione nel 1910 ed in seguito partecipò a tutte le loro esposizioni. Quando un vecchio amico, Ivan Bilibin, invitò l'artista a entrare nella redazione della rivista satirica "Zhupel", egli accettò con entusiasmo. Il soggetto che scelse per il suo primo disegno, “Iscrizione”, è stata la repressione della rivolta su Krasnaya Presnya. La rivista fu presto chiusa, Bilibin fu arrestato. Tuttavia, la rivista "Zhupel" venne seguita dalla rivista "Adskaya Pochta", in cui Boris Kustodiev si distinse per le caricature del conte Ignatiev, il procuratore capo Sinodo Pobedonostsev e molti soggetti del dipinto di Repin "Seduta cerimoniale del Consiglio di Stato". "Adskaya Pochta" subì il destino di "Zhupel": la circolazione venne proibita e la rivista chiusa.
Per quanto riguarda Kustodiev, il governo zarista chiuse un occhio sui suoi "scherzi dell'opposizione": il suo talento era troppo ovvio e prezioso.
La sua malattia, comparsa per la prima volta nel 1907, stava progredendo. Da quando i medici diagnosticarono il tumore al canale spinale, le operazioni si susseguirono una dopo l'altra, ma portarono solo un sollievo temporaneo. Durante uno di questi, divenne chiaro che era necessario tagliare i nervi e scegliere cosa tenere: la mobilità delle gambe o delle braccia. Scrisse: "Ora tutto il mio mondo è la mia stanza".
Nei primi anni successivi alla Rivoluzione del 1917, l'artista lavorò con grande ispirazione in diversi campi. Temi contemporanei divennero la base dei suoi lavori, che erano usati per calendari e copertine di libri, e negli schizzi ed illustrazioni per le decorazioni stradali. Le sue copertine delle riviste "Il campo di grano rosso" e "Panorama rosso" attirarono l'attenzione grazie ai soggetti vividi e chiari. Kustodiev lavorò anche nella litografia, illustrando i lavori di Nekrasov.
Nel 1927, il governo sovietico stanziò denaro per delle cure in Germania, ma Kustodiev morì pochi giorni prima del viaggio.
Aleksandr Ivanovich Laktionov
Laktionov fu un artista versatile, altrettanto bravo nei dipinti di genere, nei ritratti e nei paesaggi. In realtà gli basterebbe anche un solo quadro per rimanere per sempre nella storia della pittura e del socialismo.
Questo quadro è "Lettera dal fronte" del 1947, anche se inizialmente i curatori della mostra dove avrebbe dovuto essere esposto per la prima volta, non lo apprezzarono, giudicandolo troppo freddo, che ritraeva un immagine di degrado a causa del pavimento rovinato, degli abiti comuni.
Per questi motivi, l'opera fu relegata in angolo, quasi nascosta. Invece, fu un successo di pubblico, erano passati solo due anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e tanti in quel quadro rivissero le loro emozioni.
Il libro dei commenti fu sommerso di apprezzamenti per l'opera. Alla fine Laktionov, ricevette il premio Stalin di primo grado.
La strada per il successo non è stata facile per Alexander Laktionov. Nacque in una semplice famiglia operaia a Rostov sul Don il 29 maggio 1910. Della sua infanzia scrisse in seguito: “Mio padre era un fabbro, la madre era una lavandaia. L'amore per la pittura mi è venuto presto. Questo amore in ogni modo possibile è stato promosso e incoraggiato da mio padre”.
Il ragazzo fu fortunato: iniziò a insegnargli il bravo artista-educatore Chinenov, che nel 1914 aprì una scuola di disegno e modellazione a Rostov sul Don, che impartiva un'istruzione artistica primaria.
La conoscenza che Alexander ricevette da Chinenov fu sufficiente per entrare all'Accademia di Belle Arti nel 1932, dove studiò per 12 anni, da quando si laureò con lode fu subito iscritto alla scuola di specializzazione. Il rettore dell'Accademia a quel tempo era il grande artista Isaac Brodsky.
Durante la sua vita Laktionov vinse numerosi premi.
Questo quadro è "Lettera dal fronte" del 1947, anche se inizialmente i curatori della mostra dove avrebbe dovuto essere esposto per la prima volta, non lo apprezzarono, giudicandolo troppo freddo, che ritraeva un immagine di degrado a causa del pavimento rovinato, degli abiti comuni.
Per questi motivi, l'opera fu relegata in angolo, quasi nascosta. Invece, fu un successo di pubblico, erano passati solo due anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e tanti in quel quadro rivissero le loro emozioni.
Il libro dei commenti fu sommerso di apprezzamenti per l'opera. Alla fine Laktionov, ricevette il premio Stalin di primo grado.
La strada per il successo non è stata facile per Alexander Laktionov. Nacque in una semplice famiglia operaia a Rostov sul Don il 29 maggio 1910. Della sua infanzia scrisse in seguito: “Mio padre era un fabbro, la madre era una lavandaia. L'amore per la pittura mi è venuto presto. Questo amore in ogni modo possibile è stato promosso e incoraggiato da mio padre”.
Il ragazzo fu fortunato: iniziò a insegnargli il bravo artista-educatore Chinenov, che nel 1914 aprì una scuola di disegno e modellazione a Rostov sul Don, che impartiva un'istruzione artistica primaria.
La conoscenza che Alexander ricevette da Chinenov fu sufficiente per entrare all'Accademia di Belle Arti nel 1932, dove studiò per 12 anni, da quando si laureò con lode fu subito iscritto alla scuola di specializzazione. Il rettore dell'Accademia a quel tempo era il grande artista Isaac Brodsky.
Durante la sua vita Laktionov vinse numerosi premi.
Altre opere dall'Unione Sovietica ed altri paesi
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